Solstizio d’inverno.
10.50 circa. Il sole sorge, fa capolino da dietro di lei, la Becca di Nona. I primi raggi si allineano perfettamente con il Cardo Maximus e illuminano la strada.
Aosta. Augusta Prætoria. Nasceva 2046 anni fa nel giorno del solstizio d’inverno. Il giorno del Sol Invictus quando le giornate tornano lentamente ma inesorabilmente ad allungarsi.
E io ti guardo, oggi, mia bella Aosta, mentre queste nuvole ci impediscono di vedere questa magia, frutto dell’ingegno non casuale dei Romani. Ti guardo e penso che tu sia davvero bella, con tutta questa storia che hai da raccontare.
Duemila anni impressi nelle tue pietre. Quanti passi hanno camminato sulle tue strade, quanti sguardi si sono appoggiati sulle tue mura. Quante risa hai visto, quanti abbracci, quante liti, quanti baci. Quanti amori nati e finiti. Quanta vita che ti ha attraversato.
Dal ponte romano all’Arco e poi dentro la Porta, al Teatro ancora lì, maestoso, a guardare i turisti curiosi. Il Cardo e il Decumano, divenute le vie principali del centro di oggi in cui la gente si affretta per le ultime compere natalizie. E ancora il Foro con il misterioso criptoportico e poi la cattedrale e le chiese cristiane e poi ancora oltre, nel tempo, fino alle strade e ai palazzi di oggi.
Io ti guardo mia bella Aosta e penso che tu sia davvero meravigliosa con questi duemila anni che hai sulle spalle.
Tanti auguri!
Il sole che sorge e si allinea perfettamente con il Cardo
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