Tutto si trasforma III

Eravamo rimasti al V secolo. La città ha il suo vescovo e la sua chiesa.

Nel corso dei secoli la chiesa lentamente modifica il suo aspetto per adattarsi meglio ai cambiamenti del culto. Per esempio, il fonte battesimale nel corso del tempo si rimpicciolisce e questo perché il battesimo cessa di essere praticato agli adulti e viene somministrato sempre più spesso ai bambini. Le vasche diventano sempre più piccole.

Nel battistero di V secolo, infatti, all’interno della vasca originale di due metri, ne viene ricavata una più piccola tramite l’inserimento di elementi in muratura. Ancora oggi i segni del tempo e dei cambiamenti sono visibili, impressi in fotografie materiali testimoni di un tempo lontano.

Una prima vera grande trasformazione avvenne nell’XI secolo. Allora vi era un vescovo ad Aosta che si chiamava Anselmo.

Anselmo decide che era giunto il momento di costruire una cattedrale degna della città e della sua importanza e fu così che iniziarono a comparire le tre navate e il curioso ingresso a sud. Le strutture del criptoportico che facevano capolino dal dimenticatoio man mano che i lavori avanzavano, infatti, impedivano la realizzazione del più consueto ingresso ad ovest.

I lavori durarono molti decenni nei quali comparvero due campanili che racchiudevano le absidi con cui terminavano le tre navate. Ancora oggi sono visibili, alti verso il cielo.

Il tempo passa e i lavori continuano e verso la metà del secolo viene realizzato il complesso occidentale (dove si trovano la facciata e l’ingresso attuale): due campanili racchiudono una grande abside occidentale.

Che aspetto curioso, questa cattedrale. Abside a ovest e ad est, ingresso a sud (immagine 1).

Ciò che rende la chiesa speciale, però, è il ciclo di affreschi ottoniani che illuminava la navata centrale e raccontava le storie di Sant’Eustachio. Quando si entrava doveva essere davvero meraviglioso osservare questi capolavori dai colori sgargianti. Sembra quasi di vederli, i fedeli, con il naso all’insù a leggere quelle storie disegnate, realizzate come messaggio e monito.

Di questi affreschi rimane ancora oggi un sussurro. Se si sale fino al sottotetto sarà ancora possibile ammirarne la lucentezza e la meraviglia (immagine 2). Furono distrutti con i grandi lavori di ristrutturazione che, tra XIV e XVI secolo, trasformarono completamente la chiesa, rendendola molto più simile a quella che vediamo oggi. Vennero abbattuti i campanili e l’abside occidentali e realizzata la facciata ad ovest, lì dove la vediamo ancora oggi, dopo qualche modifica.

Questi respiri del passato ancora visibili ci permettono di ricostruire una storia che altrimenti sarebbe perduta. Questi affreschi sono tanto più preziosi perché molto simili a quelli che si trovano nel sottotetto della chiesa di Sant’Orso, anche quelli ottoniani ma leggermente più antichi.

Una città che conserva due cicli di affreschi ottoniani è qualcosa di davvero incredibile.

Per approfondire:

AA.VV., La cattedrale di Aosta I, Collana Cadran Solaire, Aosta, 2007

AA.VV., La cattedrale di Aosta II, Collana Cadran Solaire, Aosta, 2008

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