Voglio raccontarvi una storia inconsueta.
Di un luogo magico dove si respira ancora l’aria antica, come se il tempo si fosse fermato.
Dobbiamo andare indietro fino al XIII secolo.
Siamo nel pieno del Medioevo quando i nostri antenati costruiscono una struttura che si ispira direttamente a qualcosa che già i Romani avevano fatto.
Tutti noi conosciamo il famoso ponte acquedotto di Pont d’Aël. Una struttura ingegneristica incredibile. Al di sopra scorreva l’acqua mentre all’interno si camminava. Oggi possiamo tornare lì e sentire ancora quei passi che risuonano. Un altro luogo in cui il tempo non è mai scivolato via davvero.
Ed è proprio a questo che si ispirano i nostri antenati quando decidono di costruire il Grand Arvou.
Siamo a Porossan, poco sopra Aosta. Un luogo circondato dal verde dove spicca questo ponte acquedotto. Si sente ancora lo scroscio dell’acqua che ci trasporta in quel tempo lontano. Possiamo quasi vedere con gli occhi di queste vecchie pietre, sentire i respiri di chi è passato di qui. Di chi c’era e ha vissuto i nostri stessi luoghi.
Quest’opera fu costruita sul Ru Prévôt. I rus costellano la nostra Valle. Sono delle canalizzazioni che servono a portare acqua nelle zone più aride, dalle vette scendono verso valle, irrigando.
Una fitta rete fatta di acqua, tra le più organizzate dell’arco alpino in età medievale.
E allora, nelle giornate di sole, quando il forte vento ha spazzato via ogni nuvola e il cielo è limpido e azzurro, conviene fare una passeggiata, per un tuffo nella storia.
Per scoprire un angolo di passato ancora così presente.
Per approfondire:
Zanotto A., Histoire de la Vallée d’Aoste, Musumeci Editeur, Aosta, 1980
Foto mia, il Grand Arvou qualche estate fa Foto mia. Pont d’Aël, qualche primavera fa
è letteralmente a 10 minuti dalla casa dove vado in vacanza da 40 anni, e non ne conoscevo l’esistenza.