Questa sera voglio raccontarvi una storia diversa. Una storia di tanto tempo fa. Chiudete gli occhi. Sentite questo suono? L’acqua scorre vigorosa, due fiumi che si baciano al centro di una Valle circondata da alte montagne innevate. Ancora senza nome.
Non ci sono case in pietra, né strade, non ci sono campi coltivati ma boschi e prati.
Ci troviamo nel mezzo di quel periodo che prende il nome di Mesolitico (X-VI millennio a.C.). L’età della pietra di mezzo. Molto prima dei Romani e molto prima dei Salassi.
La Valle è abitata da popolazioni di cacciatori-raccoglitori. Uomini e donne che si spostano, seguendo la crescita spontanea della vegetazione e il cammino degli animali.
Con il passare del tempo la gente inizia a stanziarsi in “campi-base” sul fondovalle, abitati per gran parte dell’anno dove si svolgono le attività principali della vita quotidiana. A questi si affiancano siti di altura, di montagna, in cui ci si sposta stagionalmente soprattutto per cacciare.
Ed è proprio in uno di questi siti che sono state rinvenute le tracce più antiche della Valle d’Aosta. Ci troviamo sopra i 2.200 metri, siamo sul Mont Fallère.
Qui sono stati rinvenuti alcuni oggetti risalenti a questo periodo lontano. Si tratta soprattutto di lame in quarzo ialino (cristallo di rocca). Se andate al museo archeologico le trovate nella prima vetrina. Osservandole riuscirete ad ascoltare il suono dei sussurri che raccontano di questo tempo lontano. Riuscirete a vedere le mani di genti antiche scheggiare la pietra e realizzare utensili fondamentali per la caccia. Ci sembrano così tanto lontane eppure è da lì che veniamo. Non saremmo qui ad osservare queste fotografie materiali di un tempo che fu, senza questi nostri antichi antenati.
Vi erano anche resti di selce lavorata. I manufatti in selce sono importantissimi perché ci raccontano un aspetto importante di questo tempo lontano. La selce non si trova in Valle d’Aosta. Com’è dunque arrivata fin qui? Le genti della Preistoria si spostavano. Percorrevano lunghe distanze scambiando con i popoli che incontravano manufatti e conoscenze.
Ci sembra strano, eppure era un mondo vivace di contaminazioni, di conoscenze scambiate, di culture che si mischiano. Non era un mondo statico ma ricco di colori.
Contaminazioni e scambi testimoniati anche da un altro luogo importante di Aosta, qualche millennio dopo.
Questa, però, è un’altra storia e ve la racconterò la prossima volta.
Per approfondire:
AA.VV., MAR Museo Archeologico Regionale. Guida Contesti Temi, Musumeci Editore, Aosta, 2014
Raiteri L., La ricerca sul popolamento della Valle d’Aosta nell’Olocene antico: il sito Mesolitico di alta quota del Mont Fallère (Saint Pierre), in AA.VV., Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali, Aosta
Lame in quarzo ialino mesolitiche (sulla destra), da MAR Museo Archeologico Regionale Valle d’Aosta. Guida Contesti Temi, p. 26
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