Tra le vie di Augusta Prætoria

Attraversato il ponte che una volta sovrastava le acque del Buthier, a est della città, ci si trova di fronte il maestoso Arco di Augusto. Un tempo era completato da un’iscrizione in onore dell’imperatore che aveva fondato la città nel 25 a.C., sostituita a fine Ottocento da un tetto. Dell’iscrizione restano alcune lettere bronzee conservate al museo archeologico, testimoni di quell’antica grandezza.

I Romani erano molto precisi, l’arco si trova sulla stessa linea retta che idealmente lo collega al ponte e all’unica delle quattro porte della città ancora in piedi: la Porta Praetoria.

Abbassando lo sguardo ai piedi della porta è ancora visibile il livello della strada romana, circa due metri più basso dell’attuale. Se ne conservano ancora alcuni basoli, le grandi pietre quadrangolari con le quali erano ricoperte tutte le strade romane. Una volta varcata, si entrava nel cortile e possiamo ancora oggi avere una suggestione della sua antica magnificenza, con le sue torri quadrate e i tre fornici, le tre aperture: quella centrale, ampia e spaziosa, per i carri e quelle laterali, più piccole, per chi si spostava a piedi.

Appena entrati ad Augusta Praetoria ci si trovava subito a fianco del quartiere degli spettacoli. Teatro e anfiteatro occupavano infatti gli isolati nord orientali. Curioso: solitamente gli anfiteatri romani non erano mai costruiti all’interno delle mura, ma sempre all’esterno. Oggi di questo antico edificio che conteneva tra le ottomila e le diecimila persone non resta quasi nulla, ma se si bussa alle suore di San Giuseppe, ospitate nell’antico convento di Santa Caterina, sarà possibile vederne ancora qualche arcata.

Rimangono invece in piedi le vestigia del Teatro, restituite alla cittadinanza dopo lunghi anni di restauro. La facciata meridionale si impone allo sguardo con i suoi ventidue metri di altezza. Quattro mura chiudevano l’edificio e probabilmente reggevano un imponente tetto di tegole, peculiarità del teatro aostano. Ancora visibile il semicerchio della cavea: i comodi gradini in pietra da cui gli spettatori assistevano agli spettacoli, mimi irriverenti e sagaci commedie.

Se si prosegue poi lungo il Decumano Massimo, una delle due arterie dell’antica città , si arriva dopo qualche passo all’area centrale dell’Aosta romana: il Foro.
Nascosto tra piazza della Cattedrale e piazza Caveri, era un tempo il centro della vita politica, economica, religiosa e sociale. Diviso in un’area sacra con due templi e circondata dal criptoportico, il misterioso portico sotterraneo la cui funzione è ancora oggi incerta, e la platea, la grande piazza del mercato, rimane uno dei luoghi principali anche dopo la fine dell’Impero Romano.

È proprio in una delle domus costruite lungo il suo perimetro esterno che i cristiani iniziano a riunirsi per celebrare il loro culto religioso. Non a caso sarà proprio sopra questa stessa domus che verrà realizzata la Cattedrale. Se si scende nei sotterranei dell’attuale chiesa sono ancora visibili i resti degli edifici più antichi e la chiesa stessa è costruita riadattando alcuni vani dell’antica abitazione.

Con la cristianizzazione del territorio si moltiplicano i luoghi di culto, oltre alla cattedrale da ricordare le chiese di San Lorenzo e Sant’Orso, fuori le mura a est, Santo Stefano a nord e la chiesetta fuori porta decumana a ovest.

Nel corso dei secoli l’edificio della cattedrale conosce numerose modifiche e cambiamenti, fino a giungere all’Ottocento che ci regala la facciata che ammiriamo anche oggi.

Passeggiando per Aosta si riesce ancora a respirare quell’aria così antica che solo una città che ha così tanta storia da raccontare ci può regalare.

Per approfondire:

AA.VV., MAR Museo Archeologico Regionale. Guida Contesti Temi, Musumeci Editore, Aosta, 2014

AA.VV., Il Teatro Romano di Aosta, Collana Cadran Solaire, Aosta, 2012

AA.VV., La cattedrale di Aosta I, Collana Cadran Solaire, Aosta, 2007

AA.VV., La cattedrale di Aosta II, Collana Cadran Solaire, Aosta, 2007

Cerutti A. V., Le Pays de la Doire et son peuple, Musumeci Editeur, Aoste, 1995

Corni F., Aosta romana. Aosta ville romaine, Litograf srl, Rosta (TO), 2014

Janin E., Le Val d’Aoste. Tradition et renouveau, Musumeci Editeur, Aoste, 1976

Zanotto A., Histoire de la Vallée d’Aoste, Musumeci Editeur, Aosta, 1980

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